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Omessa dichiarazione Imu, per rimediare c’è tempo fino al 30 settembre #adessonews

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Quanti si sono dimenticati di presentare la dichiarazione Imu entro lo scorso 1° luglio 2024, si devono segnare sul calendario il 30 settembre. A fine mese, infatti, scatta la deadline entro la quale è possibile sanare l’omissione con il ravvedimento operoso, che deve essere effettuato entro 90 giorni dalla scadenza del termine ordinario. E per il quale è necessario allinearsi ai recenti chiarimenti forniti dal Ministero dell’Economia.

La dichiarazione Imu può essere presentata anche oltre il 30 settembre: è comunque necessario adeguarsi alle regole generali che si applicano a chi si regolarizza oltre i 90 giorni.

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Ma vediamo come si devono comportare quanti non abbiano sbrigato la pratica nei tempi e nei modi previsti dalla normativa.

Omessa dichiarazione Imu, ancora pochi giorni per mettersi in regola

Il termine ultimo entro il quale trasmettere la dichiarazione Imu era stato fissato al 1° luglio 2024. Questo adempimento doveva essere assolto nel caso in cui ci fossero state delle variazioni soggettive e oggettive alle condizioni che determinano l’importo da versare come Imu.

Quanti non dovessero aver effettuato l’invio previsto nei termini, avrà tempo fino al 30 settembre per la trasmissione tardiva, riuscendo a beneficiare delle sanzioni ridotte grazie all’istituto del ravvedimento operoso.

Volendo entrare un po’ più nel dettaglio, quanti non avessero inviato la dichiarazione Imu, hanno la possibilità di versare la sanzione minima ridotta ad un decimo. Il diretto interessato deve, inoltre, versare l’imposta dovuta e i relativi interessi. L’omessa presentazione della dichiarazione Imu prevede una sanzione che varia dal 100% al 200% del tributo dovuto. L’importo minimo da versare è pari a 51 euro o viene applicata nella misura massima di 258 euro nel caso in cui l’imposta non sia dovuta.

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Ravvedimento operoso oltre i 90 giorni

Sempre in tema di dichiarazione Imu è bene sottolineare che – stando ai chiarimenti forniti direttamente dal Mef – il ravvedimento operoso può essere effettuato anche oltre il termine dei 90 giorni.

Durante Telefisco 2023 sono state fornite delle indicazioni molto chiare sul fronte dei tributi locali: è stato spiegato, infatti, che non esiste alcun tipo di discrimine tra una dichiarazione tardiva ed una omessa. Questa affermazione, sostanzialmente, sta ad indicare che il contribuente ha la possibilità di inviare la dichiarazione Imu tardiva anche oltre i 90 giorni. L’Imu, quindi, si viene a porre in una situazione diversa rispetto a quella delle altre imposte erariali.

Chi non dovesse rispettare la scadenza del 30 settembre per la dichiarazione Imu 2024 potrà mettersi in regola in un secondo momento, andando ad applicare le diverse percentuali di ravvedimento operoso, che sono state disciplinate attraverso l’articolo 13 del decreto Legislativo n. 472/1997.

Molto pragmaticamente, tutto questo significa che:

  • quando la dichiarazione Imu viene presentata entro 90 giorni dalla scadenza, deve essere applicata una sanzione ridotta ad un 1/10. L’importo da pagare è pari a 5 euro, a fronte di un corretto versamento Imu;
  • se la dichiarazione Imu tardiva viene presentata oltre 90 giorni, è sempre possibile accedere alla riduzione delle sanzioni, ma il loro taglio è commisurato strettamente alle tempistiche di regolarizzazione, secondo le norme previste per il ravvedimento operoso.

Dichiarazione Imu, chi la deve presentare

Ma perché è necessario presentare la dichiarazione Imu? Ma soprattutto quali sono i soggetti tenuti a farlo? Entro il 1° luglio 2024 l’operazione doveva essere effettuata dai soggetti per i quali sono intervenute delle variazioni rilevanti per il calcolo dell’imposta municipale unica. Stiamo parlando di operazione che il Comune non può conoscere autonomamente e per le quali è necessario inviare il modello Imu/Impi (Imposta municipale propria/Imposta immobiliare sulle piattaforme marine), che è stato approvato dal Dipartimento delle Finanze del Mef con un apposito decreto lo scorso 24 aprile 2024.

Dichiarazione Imu per gli enti non commerciali

Devono effettuare la dichiarazione Imu anche gli enti non commerciali, che sono proprietari di un immobile esente perché utilizzato per svolgere la propria attività. In questo caso è necessario utilizzare il Modello Imu/Enc (Imposta municipale propria/Enti non commerciali), anche questo approvato lo scorso 24 aprile 2024 dal Dipartimento delle Finanze del Mef, che ha anche fornito le istruzioni e le specifiche tecniche.

Come deve essere presentata la dichiarazione Imu

L’articolo 1, comma 768, Legge n. 160/2019 prevede che la dichiarazione Imu/Impi debba essere presentata dai soggetti passivi che siano in possesso e stiano utilizzando degli immobili con delle finalità non commerciali. La documentazione deve essere presentata in modalità telematica o cartacea. Vige l’obbligo di optare per la modalità esclusivamente telematica nel caso in cui gli immobili siano stati denunciati all’autorità giudiziaria perché risultano occupati in maniera abusiva.

Ricordiamo che qualsiasi dichiarazione Imu ha effetto anche per gli anni successivi rispetto a quello in cui è stata presentata. Sempre che nel frattempo non siano intervenute delle modifiche.

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La data entro la quale presentare la documentazione è il 30 giugno dell’anno successivo (solo per il 2024 è slittato al 1° luglio 2024) rispetto a quello nel quale si è entrati in possesso degli immobili. Chi dovesse aver saltato la deadline ordinaria, a questo punto ha tempo ancora pochi giorni per sanare la propria posizione con il ravvedimento operoso.

Gli enti commerciali devono rispettare le stesse scadenze che abbiamo visto fino a questo momento. In questo caso ci riferiamo alle operazioni legate ad immobili che vengono utilizzati esclusivamente per svolgere delle attività non commerciali o istituzionali. L’obbligo ricade anche sugli enti non commerciali che siano in possesso di un immobile utilizzato solo in parte per delle attività non commerciali.

In sintesi

Entro lo scorso 1° luglio 2024 doveva essere presentata la dichiarazione Imu. L’operazione si rendeva necessaria nel caso in cui, nel corso del 2023, ci fossero state delle variazioni oggettive e soggettive degli immobili. Tali da comportare un cambiamento degli importi da versare.

Chi non lo dovesse aver fatto, può sanare la propria posizione con delle sanzioni ridotte grazie all’istituto del ravvedimento operoso entro il 30 settembre.





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