Big Tech, multinazionali e paradisi: secondo una classifica stilata dal gruppo di pressione Tax Justice Network – che si batte per la trasparenza fiscale – ben cinque paesi europei sono nella Top 10. Sembra strano a leggere i proclami che arrivano da Bruxelles e dall’ue, impegnata a parole in battaglie di giustizia ed equità, tanto da sostenere le iniziative legate alla Global Minimun Tax intavolata dal Ocse. Ma la realtà è ben diversa. E parecchio. In materia di paradisi fiscali per Big tech, multinazionali, il report ha rilevato che Svizzera, Olanda, Jersey, Irlanda e Lussemburgo sono al vertice mondiale delle giurisdizioni che favoriscono gli abusi sulle tasse delle corporation. Detto che ai vertici della graduatoria ci sono ancora tre territori d’oltremare del Regno Unito – Isole Vergini britanniche, Isole Cayman e Bermuda al terzo – per l’Europa la situazione dal 2021 è peggiorata.
Big tech, multinazionali e paradisi fiscali: il caso Irlanda
Ma non solo. Un elemento di novità è rappresentato dall’Irlanda che ha superato Bahamas per diventare il nono paradiso fiscale al mondo. La lista è stata pubblicata dopo che la Corte di Giustizia Europea ha affermato che il trattamento fiscale favorevole del Paese nei confronti Apple, il produttore di iPhone era illegale, con l’ingiunzione di pagamento di 13 miliardi euro di tasse arretrate.
Si deve registrare la replica del portavoce del Dipartimento delle Finanze irlandese ha dichiarato che l’Irlanda non è un paradiso fiscale e che ha adottato misure per affrontare la pianificazione fiscale aggressiva riformando il proprio codice fiscale e che sostiene la riforma fiscale internazionale. Nessa Ni Chasaide dell’Università irlandese Maynooth ha detto che Dublino ha risposto alle critiche modificando, anziché eliminare, i regimi fiscali favorevoli, consentendo alle aziende internazionali di detrarre il valore della proprietà intellettuale dai profitti per pagare meno tasse. Le entrate fiscali delle aziende sono esplose in Irlanda nell’ultimo decennio, passando da 4,4 miliardi di euro nel 2015 ai 29,5 miliardi di euro previsti per quest’anno, senza contare la vincita di Apple. Le entrate, pagate principalmente da una manciata di multinazionali statunitensi, costituiscono ora il 28% di tutte le imposte raccolte in Irlanda ogni anno, spingendo le sue finanze pubbliche a diventare le più forti in Europa.
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