Un “Piano Marshall” per i beni culturali che va avanti da un quarto di secolo. Circa 14 milioni di euro raccolti e spesi in 25 anni per 400 tra restauri e riallestimenti, che uno dopo l’altro formano un elenco di 41 pagine. Un fiume di denaro che dal 1998 non si è mai interrotto, utile per conservare capolavori (e non solo) del patrimonio culturale italiano e che in larghissima parte è arrivato dall’altra parte dell’Atlantico. Per l’Italia un assoluto vanto poter contare sull’esistenza di persone così sensibili verso il patrimonio. Ma al tempo stesso, sempre per l’Italia, un “alibi” che impensierisce.
Si tratta dei Friends of Florence, organizzazione no-profit fondata nel 1998 da Simonetta Kortum, maritata Brandolini d’Adda, un’esile signora con una forza e un’elegante tenacia tipiche di un combattente che raggiungerà sempre gli obiettivi che si è prefissato. Nonostante il nome dell’organizzazione faccia riferimento a Firenze, l’azione dei Friends in 25 anni ha toccato varie parti della Toscana, ma anche d’Italia (Venezia) e perfino la Francia (un Degas custodito al Museo d’Orsay di Parigi), ovunque operando in favore dello studio e della conservazione del patrimonio.
In questi giorni Simonetta Brandolini d’Adda, il board dell’organizzazione (che ha messo in piedi nel 1998 con la sorella Renée Gardner) e tanti dei suoi donors – i donatori a cui tutti devono riconoscenza perché grazie al loro denaro centinaia di progetti di restauro sono andati a buon fine – si sono ritrovati a Palazzo Vecchio, a Firenze, dove sono stati festeggiati per la loro opera meritoria. In vista dell’avvenimento, ilfattoquotidiano.it incontrato proprio la presidente Brandolini d’Adda, inarrestabile motore di tante imprese di recupero nei beni culturali. “L’idea di un’organizzazione dedita al fund raising per i beni culturali – dice – mi venne vivendo a Firenze, vedendo il degrado che c’era agli inizi degli anni Novanta del Novecento. Ne parlai con amici e con mia sorella che viveva a Washington, poi verso il 1995 cercammo con attenzione l’esistenza di altre fondazioni di questo tipo; non avendole trovate, chiedemmo al governo americano di ottenere lo status di ‘no profit’ e così nel dicembre del 1998 nacque ‘Friends of Florence’. Creammo il board, ci dotammo di uno statuto e nel 2000 ci occupammo del primo progetto, ovvero il restauro delle sculture della Loggia dei Lanzi, in piazza della Signoria“.
Quello fu il primo di oltre 400 progetti negli ultimi 25 anni. “Alcuni di questi – continua – mi sono rimasti nel cuore. Naturalmente il primo e poi i vari progetti legati al 500esimo anniversario del David di Michelangelo, nel 2003-2004. E ancora i bronzi di Rustici della porta nord del Battistero di San Giovanni e l’intervento alla Tribuna e alla Sala della Niobe della Galleria degli Uffizi. Sono davvero tanti e mi è difficile oggi scegliere quelli più importanti per me”. Capita raramente, inoltre, che qualche progetto di restauro messo in piedi dai Friends of Florence non fili via liscio come la maggior parte di essi: “Uno tra i più difficili, che ancora non è completato – aggiunge Brandolini d’Adda -, è il monitoraggio del Pulpito di Giovanni Pisano a Pistoia, che effettivamente va avanti molto lentamente. Per il resto solitamente siamo più rapidi”.
Oggi i Friends of Florence rappresentano un’organizzazione all’avanguardia, formata da circa 4mila donatori tra americani, inglesi, francesi, da Singapore e ovviamente dall’Italia. Anzi, dopo le collaborazioni con associazioni simili a Venezia e a Roma, sono sorte delle organizzazioni “Friends of…” sia a Napoli, sia a Genova. E c’è da giurare che altre ne nasceranno. E c’è entusiasmo: molti Friends of Florence, dopo una prima donazione, tornano a mettere a disposizione le proprie sostanze per altri interventi di restauro, dando vita a una gara di solidarietà, ma inducendo anche a un interrogativo: cosa sarebbe l’arte a Firenze e in Toscana senza organizzazioni come i Friends of Florence? “Me lo son chiesto diverse volte – sottolinea la presidente dell’organizzazione – perché ormai se capita un’urgenza vengono subito da noi. Sono restauratori che ci segnalano una situazione difficile, oppure direttori di musei, o associazioni di amici dei musei. Poi, con la recente istituzione di un premio di restauro, veniamo spesso a conoscenza di problemi da risolvere che altrimenti resterebbero ignoti. Come gli antichi pannelli in marmo con le regole della Repubblica Fiorentina di inizio XVI secolo o alcuni tabernacoli”.
Con l’inarrestabile azione di trovar fondi da destinare al restauro e alla conservazione del patrimonio, nell’ultimo decennio si è sentita spesso la frase “..tanto lo fa Friends of Florence”, come dire che pian piano l’organizzazione è diventata una sorta di “alibi” per lo Stato che è proprietario dei beni culturali e ha il costituzionale dovere di conservarlo, anche se ciò implica lo stanziamento di somme importanti. Ma non basta: la Riforma Franceschini, che nel 2014 ha ridisegnato la geografia dei grandi musei italiani istituendo l’inedita figura del direttore-manager, di fatto ha creato dei problemi ai Friends of Florence che dai grandi musei non hanno più ricevuto richieste d’aiuto. Però Simonetta Brandolini d’Adda, donna abile, concreta e lungimirante, vede sempre il bicchiere mezzo pieno: “I grandi musei non richiedono più il nostro aiuto perché hanno molti più fondi. Buon per loro. Allora ho pensato che a questo punto è meglio spostare i soldi che raccogliamo verso chi non ce l’ha”. E un restauro che avrebbe voluto finanziare, ma non è stato possibile? “I meravigliosi mosaici del Battistero di San Giovanni – confessa la presidente –, ma l’Opera di Santa Maria del Fiore ha i soldi per farlo per cui… meglio così”.
Intanto i Friends of Florence pensano al futuro: si sono dotati di un Council for the future formato da giovani che si stanno formando in vista di un futuro passaggio di consegne, perché la presidente vuole che la sua “creatura” viva e continui a lavorare per il bene del patrimonio culturale. Consigli al ministro della Cultura? “Diverse cose – risponde -: prima di tutto estendere l’Art Bonus anche alle opere ecclesiastiche, perché c’è una parte del patrimonio delle chiese che è conosciuto da tutti, ma che rischia di finir male. Poi educare i giovani sin dalla tenera età, studiando l’arte, la storia. La storia dell’arte viene spesso messa da parte e trattata come un argomento secondario. E ancora: intensificare il mantenimento delle opere. Se queste fossero mantenute nella maniera giusta, non ci sarebbe bisogno di tanti restauri. Infine andrebbe diminuita la burocrazia che qui è terribile”. E come vorrebbe esser ricordata tra 100 anni? “Come una persona che ha fatto un po’ di bene per la città di Firenze, per la Toscana e l’arte in generale, in Italia. Noi siamo sempre in contatto con altre organizzazioni, ma il vero obiettivo, oltre al semplice restauro di un bene, era e resta l’educazione. Non smettere mai di imparare, anche se non siamo più a scuola”.
***
Nella foto in alto | Simonetta Brandolini d’Adda e un’immagine della Loggia dei Lanzi, in piazza della Signoria a Firenze
***
25 ANNI DI RESTAURI
2001-2002 Restauro delle Statue della Loggia dei Lanzi – Firenze
2003 Restauro di 22 dipinti nella Tribuna del David, Galleria dell’Accademia – Firenze
2004 Restauro del David di Michelangelo, Galleria dell’Accademia – Firenze
2004-2014 Manutenzione del David di Michelangelo, Galleria dell’Accademia – Firenze
2004 Restauro 17 statue della Sala della Niobe, Uffizi – Firenze
2004 Restauro della Porta del Paradiso di Ghiberti, Battistero – Firenze
2009-2012 Restauro della Tribuna degli Uffizi – Firenze
2013-2016 Restauro del Chiostro dei voti, Basilica della SS. Annunciata – Firenze
2014-2016 Restauro della sala di Botticelli, Uffizi – Firenze
2017-2018 Restauro del Ciborio, Chiesa di San Miniato al monte – Firenze
2021 Restauro di alcune sculture di Michelangelo, Casa Buonarroti – Firenze
2021 Restauro Cappella Brancacci, Chiesa del Carmine – Firenze
2021-2022 Restauro della Deposizione di Rosso Fiorentino, Museo Civico di Volterra
2022-2024 Restauro della scultura brozea Giuditta e Oloferne di Donatello, Palazzo Vecchio – Firenze
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui