L’apertura al confronto sul progetto del nuovo supermercato di corso Savona, annunciata da Lidl in risposta alla querelle dei sette platani che, secondo il piano già approvato in Giunta nel 2021, saranno abbattuti per fare spazio a una pista ciclabile, non è bastata a fermare la protesta degli ambientalisti. Pur apprezzando un primo passo fatto da Lidl, che si è detta disponibile a dialogare con l’amministrazione comunale, precisando comunque che i platani non sono sul suo terreno, né tocca all’azienda decidere se abbatterli o meno, per gli ambientalisti la “battaglia” deve proseguire. Non solo con i sit-in davanti ai supermercati della Lidl di Asti (il prossimo è previsto sabato mattina nel punto vendita di corso Casale), ma se occorre anche in tribunale.
Questa mattina cinque membri del Comitato per la vita degli alberi di corso Savona hanno depositato un esposto in Procura chiedendo «opportuni accertamenti» affinché anche la Giustizia si prenda carico del rischio che stanno correndo gli alberi. Ma in che modo? Nell’esposto viene scritto che i sette platani sono sani e adulti e che si ritiene «ecologicamente inaccettabile l’abbattimento per mera speculazione commerciale: una scelta del genere aprirebbe “le porte” a scenari imprevedibili per la tutela del nostro ecosistema».
«I sette platani adulti in questione – spiegano i sottoscrittori dell’esposto – hanno un’età di circa 70 anni, assorbono ogni anno 700 kg di CO2 e ci regalano 600 kg di ossigeno. Per rendere equa una reale compensazione servirebbero non meno di 10 anni; questo tempo non c’è più, dobbiamo conservare quanto di più prezioso oggi abbiamo. È la scienza a chiederci di invertire “la rotta”. I comportamenti e stili di vita devono cambiare, se vogliamo rallentare gli effetti dei cambiamenti climatici dobbiamo renderli più sobri e meno invasivi adesso. Il collasso climatico sarà sempre più vicino e irreversibile».
Per questo motivo gli ambientalisti citano nell’atto presentato alla Procura la sentenza del Consiglio di Stato, Sezione V del 27 ottobre 2022 (numero 9178) «la quale dichiara illegale l’abbattimento di alberi sani e maturi in assenza d’imminente pericolo per l’incolumità dei cittadini e cose» e chiedono di disporre «opportuni accertamenti e adottare le misure previste e consentite dalla legge».
Tutto questo avviene mentre l’amministrazione Rasero, anche prima del sit-in di sabato scorso davanti al punto vendita Lidl di corso Venezia, aveva già preso contatti con i proponenti per fare delle valutazioni in merito. In realtà, stando a quanto dichiarato anche dall’assessore all’Urbanistica Monica Amasio, la partita non è a due, ma a più soggetti dal momento che anche Rfi, titolare della ferroviaria che passa nei pressi dei platani, aveva avallato il primo progetto dell’ex mulino con l’abbattimento dei platani. Come la Soprintendenza e la stessa impresa proprietaria dell’area. Insomma, la questione sembra tutt’altro che di facile risoluzione dato il numero degli attori coinvolti. Ma, per gli ambientalisti, la battaglia continuerà in tutte le sedi opportune fino a quando non ci sarà uno scritto che dichiarerà salvi i sette platani.
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