Il mercato immobiliare italiano rallenta ancora: negli ultimi 18 mesi si è verificata una flessione della domanda di acquisto che si è tradotta in una riduzione tendenziale del numero di compravendite di poco inferiore all’8%. Quota a cui si attesta anche il capoluogo pugliese dove le vendite del primo trimestre del 2024 sono scese a circa 900, contro le quasi mille dello stesso periodo del 2023. È quanto emerge dall’Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2024 di Nomisma che ha analizzato la congiuntura del comparto e approfondito le performance immobiliari dei 13 principali mercati italiani: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino e Venezia.
La crisi per le famiglie
Sono ben 300mila a livello nazionale le famiglie intenzionate ad acquistare casa con mutuo che non sono riuscite a concretizzare il proposito. La causa? La drastica riduzione del loro potere d’acquisto, cui si uniscono le politiche restrittive di erogazione da parte degli istituti di credito, con una contrazione del plafond destinato ai mutui. L’elevato costo del denaro, inoltre, ha fatto sì che la copertura finanziaria delle compravendite sostenute da un mutuo si sia ridotta dal 51,9% del primo trimestre 2022 al 38,6% del primo trimestre del 2024. Nomisma sottolinea, inoltre, come il calo delle compravendite sia imputabile esclusivamente alla componente di domanda che è uscita dal mercato in quanto dipendente dal credito bancario (-26%).
Il mercato degli affitti
Se sul versante delle compravendite il rallentamento è risultato comunque evidente, su quello delle locazioni l’esuberanza continua a essere il tratto caratterizzante del mercato, soprattutto in relazione ai valori. I prezzi delle abitazioni in ottimo e buono stato sono infatti cresciuti ancora, facendo segnare nel semestre rispettivamente un aumento del +1,6% e del +1,4%. Incrementi leggermente superiori a quelli registrati nel primo semestre dello scorso anno e che confermano il trend di ascesa dei prezzi delle abitazioni iniziato nel post pandemia. Sul mercato della locazione, la crescita della domanda ha fatto sì che nell’ultimo anno non si arrestasse l’ascesa dei canoni (+2,5% semestrale). Su questo fronte, Bari nonostante gli aumenti si colloca tra le città capoluogo dove le tariffe degli affitti sono cresciute meno, con canoni medi compresi tra 450-520 euro al mese. Insieme a Bari sulle stesse cifre si attestano Catania, Palermo e Torino. Sono invece Milano, Roma e Firenze e a seguire Bologna e Padova ad esprime i valori più elevati compresi tra 780-930 euro/mese per un appartamento con una metratura di circa 80 metri quadrati.
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