Prima seduta della settimana
positiva per la Borsa di Milano: l’indice Ftse Mib ha concluso
in crescita dello 0,69% a 35.016 punti, l’Ftse All share in
rialzo dello 0,68% a quota 37.150.
Ma tutti i mercati azionari del Vecchio continente sono in
generale leggero aumento: la Borsa migliore è stata quella di
Madrid, che ha chiuso con una crescita dello 0,9%, seguita da
Parigi in rialzo dello 0,8%.
Londra ha registrato un andamento finale positivo di mezzo
punto percentuale, con Francoforte in crescita dello 0,4%. Di
qualche frazione negativo solo il listino di Amsterdam, che ha
chiuso in calo dello 0,2% appesantito dal crollo di Royal
Philips, della quale Exor è principale azionista, che ha perso
il 16% dopo aver tagliato le stime sulle vendite per l’anno in
corso.
Spread tra Btp e Bund tedeschi a 10 anni in tenuta: il
differenziale ha concluso la seduta a 120 punti base contro i
121 dell’avvio e il rendimento del prodotto del Tesoro al 3,49%.
Settore dell’energia condizionato dal mancato attacco
israeliano alle strutture petrolifere dell’Iran: il gas ha
chiuso in calo del 2,2% a 42,5 euro al Megawattora, ma
soprattutto il petrolio cede oltre il 5% faticando a tenere i 68
dollari al barile.
In questo contesto, in Piazza Affari generalmente solide le
banche, con Diasorin comunque titolo migliore in rialzo del 2,5%
a 104 euro. Mediobanca è salita di mezzo punto percentuale nel
giorno dell’assemblea, fiacca Tim (-0,4%), debole Eni che ha
ceduto l’1,6% in scia al petrolio. Giù Iveco, che ha perso il
2,7% finale.
Nel paniere a bassa capitalizzazione qualche vendita (-1,3% a
4,17 euro) su Fiera Milano dopo che Enrico Pazzali, presidente
di Fondazione Fiera Milano, maggiore azionista della società
operativa, è stato indagato nell’ambito dell’inchiesta sulle
banche dati e la sua azienda privata Equalize.
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