‘Nel cambio appalto servono garanzie per la piena continuità lavorativa, retributiva e contrattuale’
Il 5 novembre sarà sciopero per i servizi museali, ovvero biglietterie, sorveglianza, accoglienza, di Uffizi, palazzo Pitti, polo museale Regione Toscana, Opificio Pietre Dure (circa 200 persone, attualmente in Opera Laboratori).
“Ci troviamo a indire un altro sciopero (il prossimo 5 novembre), dopo quello di luglio 2023, perché il Direttore della Galleria degli Uffizi Verde ci ha comunicato di aver sostanzialmente disconosciuto il documento siglato dall’ex direttore Eike Schmidt (nell’occasione anche Rup, cioè responsabile unico del procedimento) il 19 dicembre 2023, frutto di un accordo che mirava a tutelare tutti i lavoratori e le lavoratrici nei cambi di appalto per tutti i musei in questione”, fanno sapere i sindacati Filcams Cgil Firenze, Uiltucs Toscana, Rsu Opera.
“Ribadiamo che ci venga garantito sin da subito dalla Galleria degli Uffizi e dal nuovo concessionario (in subentro, presumibilmente, da gennaio) la piena continuità lavorativa, retributiva e contrattuale per tutti i lavoratori e le lavoratrici impiegati/e nei servizi afferenti ai musei in gara. Riteniamo inaccettabile che un semplice avvicendamento nella Direzione museale permetta ad un ente pubblico di disconoscere documenti già sottoscritti in sede istituzionale, senza tener conto della continuità amministrativa. Ci appelliamo a tutti i firmatari dell’intesa del 19 dicembre 2023, in primis Regione Toscana e Comune di Firenze. Chiediamo a tutte le forze politiche e alle istituzioni locali, che fin dal primo momento hanno seguito la nostra vicenda esprimendo pubblicamente la loro solidarietà, di dare ora concretezza alle parole spese”, conclude la nota dei sindacati.
Sulla vicenda interviene l’assessore al lavoro Dario Danti. “Sto seguendo con molta preoccupazione questa vicenda e chiedo un tavolo unico in prefettura sia per la vicenda Uffizi/Bargello che per Accademia. Inoltre, è inaccettabile che un accordo siglato in Regione venga disconosciuto, arrecando, in questo modo, anche un grave danno alla cultura della città”.
“I lavoratori sanno di avere il mio massimo supporto – ha aggiunto – lo sciopero arriva dopo mesi nei quali il ministero si è fatto notare solo per aver mortificato una unicità culturale. Gli addetti di Opera svolgono una funzione essenziale e troveranno sempre sostegno da parte delle istituzioni. Non possiamo lasciare all’improvvisazione del ministero della cultura, e ai tribunali, la soluzione di un problema così complesso”.
Al comunicato dei sindacati hanno risposto Galleria degli Uffizi, Opificio delle Pietre Dure e Direzione Regionale dei Musei Nazionali della Toscana con un comunicato congiunto: “A seguito della continua campagna di disinformazione in atto, le istituzioni coinvolte si trovano costrette a procedere con una duplice smentita”.
“Punto primo: i veri soggetti della vertenza non sono i musei ma le parti sociali e i concessionari passati e futuri. I dipendenti in sciopero per le loro legittime rivendicazioni non hanno come controparte i musei, oggi irresponsabilmente strumentalizzati, ma i loro datori di lavoro attuali e futuri. Le controparti, cioè, sono innanzitutto l’Ati Opera Laboratori Fiorentini/Giunti, il quale non fornisce i dati per garantire pienamente l’attivazione delle clausole sociali una volta subentrato il nuovo concessionario, e il futuro concessionario stesso, individuato dalla commissione di gara nell’Ati Coopculture/Electa. Ciò stabilito, non si capisce perché, piuttosto che intavolare una discussione con concessionario uscente ed entrante per garantire sia il riassorbimento dei dipendenti che i vantaggi derivanti da una seria contrattazione integrativa, si continui a evitare il confronto sindacale con gli effettivi datori di lavoro e a strumentalizzare i musei coinvolti, allontanando la prospettiva di garanzie sociali e creando confusione e incertezza ai danni dei lavoratori dei quali si pretenderebbe di rappresentare in questo modo i diritti”.
“Punto secondo: l’amministrazione non può andare contro la legge. Le direzioni dei musei coinvolti nella gara – e non solo Gli Uffizi – non hanno disconosciuto nessun documento ma rigettato doverosamente delle interpretazioni dello stesso che vorrebbero l’amministrazione agire al di fuori della legge, stabilendo a posteriori criteri di selezione dei vincitori della gara al posto di quelli già inclusi nel bando e previsti dal codice degli Appalti. I musei stanno facendo di tutto per garantire che il passaggio di concessionario sia indolore per i lavoratori, ma il concessionario uscente persiste nel non voler fornire i dati per il corretto funzionamento della clausola sociale mentre la disinformazione messa in atto porta a spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dai veri soggetti di questo passaggio critico – sindacati e concessionari come previsto dalla legge – su istituzioni pubbliche impegnate in ogni modo – e nella più grande solitudine – a tentare di assicurare il miglior futuro possibile ai lavoratori”, concludono Galleria degli Uffizi, Opificio delle Pietre Dure e Direzione Regionale dei Musei Nazionali della Toscana”.
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