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Una Manovra di sacrifici: tagliato anche il sismabonus #finsubito prestito immediato


Sanità sotto finanziata, una sforbiciata crudele a ministeri ed enti con prevedibile riduzione dei servizi, tagli alle detrazioni fiscali che si traducono in un aumento di tasse, tagli agli organici di docenti e personale ausiliario della scuola, colpo di spugna sugli incentivi edilizi, e infine una beffa sulle pensioni minime.

La Manovra del governo Meloni di 144 articoli arriva alla Camera.

Capitolo detrazioni in Manovra: pagano pegno i single e chi è senza figli

Per quanto riguarda le detrazioni pagano pegno i single e chi non ha figli. Scatta la stretta sulle detrazioni per chi ha un reddito oltre i 75mila euro ma con vantaggi che crescono in base al numero dei figli.

Chi ha un reddito tra i 75mila e i 100mila euro potrà portare in detrazione fino a un massimo di 14mila euro, 8mila oltre i 100mila. In assenza di figli la cifra è dimezzata, con un solo figlio è ridotta moltiplicando per un coefficiente di 0.85, resta pari se si hanno più di tre figli o figli con disabilità.

Nel triennio 2025-2027 la spending review a carico dei ministeri prevede tagli circa 7,7 miliardi. Le riduzioni a carico dei ministeri sono quantificate in 2,64 miliardi nel 2025, 2,6 miliardi nel 2026 e 2,53 miliardi nel 2027.

Arriva il tetto ai compensi dei vertici degli enti, delle fondazioni e degli organismi della Pa che ricevono contributi pubblici.

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Lunga la lista degli esclusi: innanzitutto gli organi costituzionali, le Regioni, le Province autonome di Trento e Bolzano, gli enti locali e i loro organismi ed enti strumentali e gli enti del Servizio sanitario nazionale. La norma non si applica nemmeno alle Casse di previdenza, all’Istat, all’Inps, all’Inail, alle Agenzie fiscali e alle autorità indipendenti.

Esclusi anche i manager pubblici con funzioni direttive e dirigenziali con stipendi “erogati dalle autorità amministrative indipendenti, dagli enti pubblici economici e dalle pubbliche amministrazioni, incluso il personale di diritto pubblico”.

La farsa sulle banche: il contributo è solo un prestito

Il conto della Manovra per il comparto finanziario è più alto del previsto: quattro miliardi dalle banche e 1 dalle assicurazioni. Ma non si tratta di tasse ma del posticipo di deduzioni fiscali per il 2025 e il 2026 che verranno recuperate in maniera scaglionata fino al 2030 e di un anticipo dell’imposta di bollo da parte delle assicurazioni.

Dal prossimo anno scolastico la dotazione organica complessiva dei docenti è ridotta di 5.660 posti dell’organico dell’autonomia. E le dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola subiranno una riduzione nel numero dei posti pari a 2.174 unità.

La beffa sulle pensioni: aumentano di soli tre euro al mese

Se si guarda all’importo la pensione minima passa dai 614,77 euro attuali a 617,9 nel 2025 con un aumento di appena tre euro. E qui Giorgia Meloni la spara grossa. Senza Superbonus – dice – “avremmo potuto” ampiamente “aumentare le minime” con “20mila euro per ogni pensionato”.

Agevolazione in arrivo per chi volesse avvalersi del cosiddetto bonus Maroni. I lavoratori con i requisiti per l’accesso a Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi oltre al periodo di finestra mobile) che decidessero di restare al lavoro “possono rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi a proprio carico” e riceverli in busta paga.

Il datore di lavoro li verserà nella retribuzione e sarà esonerato dal versamento di questa quota all’Inps. La Manovra conferma tra le misure di flessibilità in uscita l’Ape sociale, Opzione donna e Quota 103 con le regole previste per il 2024, ovvero con i requisiti più stringenti.

Tagliato anche il sismabonus

Il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus da gennaio resteranno al 50% per le prime case, mentre scenderanno al 36% per le altre.

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Anche per il sismabonus arriva un netto ridimensionamento: la detrazione fino all’85% per lavori riguardanti misure antisismiche su abitazioni e immobili usati per attività produttive, scenderà anche in questo caso al 50% sulla prima casa e 36% sulle altre proprietà immobiliari, con ulteriore decalage nel 2026 e nel 2027 come per le altre agevolazioni.

“L’effetto di questa manovra sarà (oltre alla crescita del ‘nero’) una significativa riduzione degli interventi e, di conseguenza, un diffuso rischio di degrado del patrimonio immobiliare italiano”, denuncia Confedilizia.

Aumenta a 600 euro per ciascun richiedente (dagli attuali 518 complessivi) il contributo unificato per l’iscrizione a ruolo delle cause relative all’accertamento della cittadinanza.

Cambia poi la tassa sui servizi digitali che viene estesa a tutti i soggetti che realizzano ricavi in Italia. E sale la tassazione sulle plusvalenze delle cripto-attività, dall’attuale 26% al 42%.

Partono all’attacco della manovra le opposizioni e i sindacati. Per la Cgil è “un vero e proprio festival dei tagli al welfare universalistico, agli investimenti e ai servizi pubblici che si scaricherà per intero sulle fasce popolari”.



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