Che cos’ è il welfare aziendale?
All’interno dell’accordo siglato tra Stato e CGIL, CISL, UIL c’è un passaggio che riguarda il welfare aziendale:
“Le parti concordano sulla necessità di implementare gli istituti di welfare complementare (…) estendendo ai comparti pubblici le agevolazioni fiscali previste per i settori privati”.
L’ utilizzo del welfare aziendale nel rinnovo dei contratti di lavoro è uno strumento che negli ultimi anni i sindacati confederali hanno utilizzato molto, specie come baratto per l’erosione del potere di acquisto dei salari dei lavoratori.
Però è un baratto tutto a perdere per la società e viene da chiedersi quali siano gli interessi dei sindacati dietro le mutue assistenziali o previdenziali private.
Lo Stato sociale e il Welfare sono dei diritti universali che dovrebbero essere garantiti a tutti anche al di fuori del rapporto di lavoro.
Il messaggio che passa dall’accordo è che ai lavoratori serve più Stato sociale, più sanità, più asili, ma lo Stato piuttosto che rendersi responsabile della produzione e distribuzione di questi beni e servizi delega al privato.
Siamo in presenza di una convivenza, se non una cogestione del sindacato che condivide l’idea di sostituire lo Stato sociale con un intricato sistema di contributi detassati, per l’assistenza sociale integrativa.
Non a caso l’Aran valorizzerà tutti gli istituti del welfare aziendale che possono fruire di agevolazioni fiscali e contributive.
Con la partecipazione attiva a questo giochetto dei sindacati complici la contrattazione nazionale sarà ridimensionata, rafforzando logiche di mercato.
Il welfare aziendale viene costruito a discapito dell’aumento del potere d’acquisto dei salari e del welfare universale.
Delegati CUB Pubblico Impiego
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