Il CEO di BMW Oliver Zipse ha affermato che lo stop dell’Unione Europe ai motori a combustione interna ridurrà in maniera significativa l’industria automobilistica del Vecchio Continente, avviandola ad una profonda recessione.
Stop al 2035 “non è più realistico”
A margine del Salone di Parigi 2024, Zipse non ha nascosto la sua preoccupazione sul momento che sta attraversando il settore dell’auto e sulle imminenti “controindicazioni” sociali ed economiche legate al processo di transizione ecologica nelle modalità oggi definite dai burocrati di Bruxelles. In maniera chiara e decisa, il numero di BMW ha affermato che la deadline del 2035 per vietare le auto con motore endotermico “non è più realistica“.
Pericolo recessione
I piani dell’UE di vietare la produzione di motori a combustione interna a partire dal 2035 contrarranno l’industria europea, secondo Zipse, indebolendo la Casa bavarese, così come l’intera industria automobilistica tedesca che sta già affrontando tutte le difficoltà legata alla crescente concorrenza dei costruttori cinesi, in particolar modo nel settore dei veicoli elettrici.
Il divieto al 2035 “potrebbe minacciare l’industria automobilistica europea nel profondo” ha affermato Zipse. Le misure “con le ipotesi odierne, porteranno a una massiccia contrazione dell’industria nel suo complesso” ha detto il CEO di BMW.
Allarme condiviso sulla tenuta del settore
Un allarme che riguarda un po’ tutti i grandi costruttori di auto, non solo quelli europei, come nel caso di Toyota e del rischio, rilanciato dalle recenti dichiarazioni di Akio Toyoda, della perdita di milioni di posti di lavoro in Giappone legati al passaggio ad una mobilità incentrata esclusivamente sull’auto elettrica.
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