Meteorologia avversa in cantiere: a chi tocca sospendere i lavori? #finsubito prestito immediato

Condizioni atmosferiche avverse e sicurezza nei cantieri: tra il datore di lavoro e coordinatore della sicurezza, tocca a quest’ultimo sospendere i lavori! Lo afferma la Cassazione

In un’epoca caratterizzata da cambiamenti climatici sempre più intensi e imprevedibili, anche la sicurezza nei cantieri è inesorabilmente coinvolta e destinata a divenire una questione in merito sempre più da attenzionare. Le manifestazioni violente del meteo, come tempeste, nevicate e ghiaccio, non solo mettono a rischio l’incolumità dei lavoratori, ma sollevano anche interrogativi sulla responsabilità di chi deve garantire un ambiente di lavoro sicuro. La crescente frequenza di eventi climatici estremi richiede una riflessione profonda sulle normative esistenti e sulla loro applicazione pratica. In questo contesto, la figura del coordinatore per la sicurezza si trova al centro di un dibattito complesso, dove le sfide legate alla gestione del rischio si intrecciano con le responsabilità legali e morali.

A tal riguardo, una recente sentenza del Tribunale di Como confermata presso la Corte di Cassazione (sentenza n. 18040/2024) ha riacceso il dibattito sulla delimitazione delle responsabilità e sui confini tra le diverse figure professionali coinvolte nella gestione della sicurezza. La decisione non solo mette in luce le complessità legate all’applicazione delle leggi, ma solleva interrogativi fondamentali su come interpretare e applicare le norme in situazioni di rischio.

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È responsabilità del CSE sospendere il cantiere in caso di condizioni meteorologiche avverse? Queste ultime possono rientrare nei pericoli gravi ed imminenti?

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale emetteva una sentenza che dichiarava un coordinatore per la sicurezza (in fase di progettazione e di esecuzione dei lavori) responsabile di un reato previsto dall’articolo 158, comma 2, lettera a), in relazione all’articolo 92, comma 1, lettera f) del decreto legislativo 81/2008.

Il tecnico CSE presso un cantiere era accusato di non aver sospeso i lavori nonostante le condizioni climatiche avverse e la presenza di lastre di ghiaccio.

La questione approdava infine presso la Cassazione con le seguenti motivazioni a difesa dell’imputato:

• violazione di legge e vizio di motivazione: il ricorrente lamentava che la sentenza impugnata aveva erroneamente attribuito al coordinatore per la sicurezza compiti che spettano al datore di lavoro dell’impresa esecutrice. Egli sosteneva che il coordinatore ha responsabilità limitate ai “rischi interferenziali” (inteso come “rischio derivante dalla convergenza di articolazioni di aziende diverse verso il compimento di un’opera unitaria”) e non è obbligato a una vigilanza continua in cantiere;
• vigilanza sulle condizioni di lavoro: il ricorrente argomentava che la responsabilità per la vigilanza sulle condizioni meteorologiche ricade esclusivamente sul datore di lavoro e sui suoi collaboratori. Pertanto, non avrebbe dovuto essere ritenuto responsabile per la presenza di ghiaccio nel cantiere.

Cassazione: anche se il CSE non è tenuto alla presenza costante in cantiere deve attivarsi su un eventuale pericolo grave ed imminente quali le avverse condizioni atmosferiche

La Corte ha esaminato i motivi del ricorso ritenendoli infondati, e ha rilevato preliminarmente che la contravvenzione contestata si è estinta per prescrizione.

La Corte ha ricordato, in merito alle competenze del CSE, che:

in tema di infortuni sul lavoro, la funzione di alta vigilanza di cui all’art. 92 d.lgs 81/2008 che grava sul coordinatore per la sicurezza dei lavori – che si esplica prevalentemente mediante procedure e non poteri doveri di intervento immediato – riguarda la generale configurazione delle lavorazioni che comportino un rischio interferenziale, e non anche il puntuale controllo delle singole lavorazioni, demandato ad altre figure (datore di lavoro, dirigente, preposto), salvo l’obbligo di adeguare il piano di sicurezza in relazione all’evoluzione dei lavori e di sospendere, in caso di pericolo grave e imminente, direttamente riscontrato ed immediatamente percettibile, le singole lavorazioni fino alla verifica degli avvenuti adeguamenti da parte delle imprese interessate (Sez.4, n. 24915 del 10/06/2021,R.v.281489 – 01).

I giudici aggiungono che:

e, sebbene non sia tenuto a un puntuale controllo, momento per momento, delle singole attività lavorative, demandato ad altre figure operative, mantiene l’obbligo di attivarsi, in caso di sussistenza di un pericolo nei termini di cui all’art. 92 c. 1, lett. f), cit.

Insomma, la Cassazione chiarisce che sebbene il coordinatore per la sicurezza (CSE) non sia tenuto a un controllo continuo sulle lavorazioni, è comunque obbligato ad attivarsi in caso di un pericolo grave e imminente. Nel caso specifico, tale pericolo grave ed imminente era rappresentato dalle avverse condizioni meteorologiche e dalla presenza di ghiaccio nel cantiere. La Corte ha chiarito che il CSE deve intervenire quando riconosce un pericolo evidente, anche se non è responsabile della vigilanza costante sulle attività in corso.

Per maggiore approfondimento, leggi anche questo articolo di BibLus: “Il CSE è tenuto alla presenza quotidiana in cantiere?”

Indirizzo articolo: https://biblus.acca.it/meteorologia-avversa-in-cantiere-a-chi-tocca-sospendere-i-lavori/