tutti gli affari dellla criminalità organizzata in Umbria #finsubito prestito immediato

La criminalità organizzata in Umbria è presente e opera tramite canali consolidati. Il procuratore Cantone sottolinea, nella relazione predisposta per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, che “non si può non ribadire come in Umbria non vi siano organizzazioni mafiose stanziali”, ma che il territorio “appare oggetto di interesse da parte di cosche” operanti nelle attività di riciclaggio e reinvestimento.

Le indagini del passato hanno disvelato la presenza, a Perugia e a Terni, si “soggetti collegati in particolar modo alle ndrine calabresi i ai gruppi camorristici campani” che operano nei settori economici dell’edilizia, del turismo e del commercio, dove utilizzano denaro e risorse di provenienza illecite. In alcuni casi facendo anche ricorso a forme di intimidazione mafiosa. Risultano operanti anche nel settore della compravendita di prodotti petroliferi, affidandosi a prestanome.

Molta attenzione investigativa viene posta sul riciclo dei rifiuti, settore considerato “a rischio infiltrazioni”, soprattutto nei rifiuti metallici e ferrosi.

Cosche e famiglia mafiose sono state coinvolte nelle frodi “connesse alle provvidenze e ai bonus riconosciuti nella fare pandemica e post pandemica”, in particolar modo per quanto riguarda la “monetizzazione dei crediti fiscali inesistenti”. Sono in corso “anche altre indagini ancora coperte dal segreto istruttorio” e che riguardano gruppi criminali meridionali.

Il monopolio della vendita di stupefacenti, invece, è “monopolio” di gruppo criminali stranieri, essenzialmente su base etnica: albanesi e nigeriani per l’approvvigionamento e magrebini per lo spaccio su piazza. I primi sono collegati a gruppi criminali transnazionali e operano in base ad una suddivisione tra di essi del territorio sia per il rifornimento sia per lo spaccio. Per la Procura è preoccupante il ritorno su piazza, ad opera dei nigeriani, dell’eroina “che alcuni anni fa sembrava essere quasi scomparsa dal mercato illecito”. E a Perugia è stato scoperto “un vero e proprio hub per lo smistamento di ingentissime quantità di eroina”, importandola dall’Olanda. Gli albanesi trafficano in hashish e cocaina, reinvestendo i proventi nell’edilizia e nella ristorazione, danneggiando “l’immagine dei tanti albanesi pienamente inseriti nel tessuto economico e sociale” in maniera lecita.