Olbia Nell’agosto scorso, aveva lanciato un appello: «Ho bisogno di una casa. Non mi servono soldi, l’affitto lo pago io. Una casa qualsiasi, anche malandata, con lavori da fare. Anche un rudere, non importa: a rimetterla a posto ci penso io, mi intendo di muratura. La cerco disperatamente da mesi: non la trovo. Presto io, mia moglie e mio figlio di 9 anni, non avremo più un tetto sulla testa. E saremo costretti a lasciare Olbia, interrompendo il percorso educativo e di integrazione di nostro figlio». Purtroppo Abdoullah e la sua famiglia hanno dovuto lasciare la città e andare a vivere a 50 chilometri. Erano sotto sfratto, e non sono riusciti a trovare un’altra casa.
Una storia emblematica, quella del 54enne, marocchino, da 18 anni a Olbia. Che mette in luce l’emergenza abitativa della città. Un disagio e un bisogno vissuto da centinaia di persone che si ritrovano a peregrinare per mesi da un’agenzia immobiliare all’altra, a fare il passa parola tra amici, a scrivere post su Facebook e a bussare anche alle porte del Comune, nel disperato tentativo di trovare una manciata di metri quadri a un costo tollerabile, dove vivere. Ieri, 3 ottobre, è stato l’ultimo giorno di scuola per suo figlio. Nella scuola elementare che ha frequentato con entusiasmo per anni, è stata organizzata una festa per salutarlo. Compagnetti, insegnanti e genitori hanno abbracciato il piccolo in lacrime. (t.s.)
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