Tra le auto demolite inserivano rifiuti non tracciati, tre gli indagati: l’impianto sequestrato dai carabinieri #finsubito prestito immediato

I militari del NIPAAF e dei Nuclei Carabinieri Forestali di Ancona, Jesi-San Marcello e Arcevia, con il supporto della 3^ Sezione Cyber Investigation del Roninv Carabinieri di Ancona, hanno eseguito un’operazione su mandato della Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona. L’intervento, effettuato nelle scorse ore, ha portato alla perquisizione e al sequestro di un impianto di autodemolizione veicoli, coinvolgendo tre persone accusate di traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale.

Gli indagati sono accusati di aver gestito grandi quantità di rifiuti pericolosi derivanti dalla rottamazione di veicoli fuori uso, dichiarandoli falsamente come adeguatamente bonificati. In realtà, i veicoli venivano compattati con rifiuti non tracciati al loro interno, senza la corretta rimozione di sostanze pericolose come oli esausti, acidi e airbag contenenti polveri nocive. L’impresa avrebbe utilizzato un’area non autorizzata e non impermeabilizzata per gestire questi rifiuti, causando così un potenziale rischio ambientale. Oltre a ciò, gli indagati sono accusati di aver esportato illegalmente alcuni componenti come ricambi auto verso l’estero e di aver impiegato persone non autorizzate, anche straniere, per smontare i veicoli. Durante l’operazione sono stati sequestrati documenti, quattro telefoni cellulari, computer e due aree soggette alla gestione illecita dei rifiuti. L’ARPAM di Ancona condurrà analisi ambientali per verificare il grado di inquinamento causato. I tre indagati rischiano pene severe, fino a sei anni di reclusione, per i crimini contro la salute pubblica e l’ambiente. Tuttavia, in base al principio di presunzione di innocenza, la loro colpevolezza sarà accertata solo in caso di sentenza definitiva.