Come funziona il bonus under 36: le condizioni di accesso e i limiti.
Per favorire l’acquisto di una casa da parte dei giovani, il decreto legge n. 73 del 2021 (meglio noto come decreto “Sostegni bis”) ha introdotto una nuova agevolazione fiscale, meglio nota come mutuo per giovani under 36. I vantaggi sono di tutta evidenza.
In particolare, chi acquista da privato ha la totale esenzione dal pagamento dell’imposta di registro, ipotecaria e catastale.
Chi compra da società, invece, oltre all’esenzione dalle imposte di registro, ipotecaria e catastale, riceve un credito d’imposta di ammontare pari all’importo dell’Iva da versare al venditore.
I benefici non finiscono qui. Il mutuo è integralmente garantito dallo Stato. E, in deroga alle regole ordinarie in base alle quali la banca non può finanziare più dell’80% del valore dell’immobile, in questo caso si ottiene un finanziamento fino al 100%, con la conseguenza che non si deve pagare alcuna caparra al venditore.
Ciliegina sulla torta: non si pagano spese notarili.
Sembra fantastico. Ma a leggere le condizioni per rientrare nel bonus si capisce che non è tutto oro ciò che luccica.
Il primo requisito richiesto dalla legge è avere meno di 36 anni.
Il secondo, ovviamente, è che la casa non sia di lusso.
Il terzo è che l’abitazione da acquistare deve essere prima casa: quindi bisogna fissare la residenza nello stesso Comune dell’immobile e non si devono avere altre abitazioni nello stesso Comune né in altri luoghi dove si sia già usufruito del bonus prima casa.
La quinta condizione è quella del reddito: l’ISEE dell’acquirente non deve essere superiore a 40mila euro.
È vero: è difficile per un giovane sotto i 36 anni guadagnare più di tale somma. Ma probabilmente i suoi genitori, sommati, supereranno l’asticella. Difatti, quando si parla di ISEE, si devono sommare tutti i redditi dei familiari o dei partner conviventi. Quindi bisogna essere una famiglia davvero molto povera per rientrare nei requisiti del decreto.
Qualcuno potrebbe pensare di staccarsi dal nucleo familiare per avere un Isee separato. Bene, per farlo però non bisogna più vivere con i propri genitori. Ma chi vive da solo probabilmente la casa ce l’ha già. E allora il bonus under 36 non gli può essere erogato.
Chi invece vive in affitto con il proprio partner dovrà sommare il proprio ISEE a quello del convivente. Di conseguenza, anche in tale ipotesi bisogna avere un reddito molto basso. E se si riesce a soddisfare i requisiti, la banca potrebbe comunque esitare a concedere un mutuo. Il vecchio detto: “per ottenere un prestito dalla banca devi dimostrare di non averne bisogno” risulta più che mai attuale.
Infine, anche chi riesce a ottenere il mutuo, probabilmente con il reddito limitato che si trova, dovrà spalmarlo in 30 anni. Quindi praticamente estinguerà il finanziamento under 36 alla soglia della pensione.
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