Parlando di “tempi tecnici” e di “impiego notevole di risorse”,
si spengono tutte le speranze di chi attendeva un’apertura del
Governo alla proposta dei commercialisti di correggere tramite
remissione in bonis le comunicazioni sulle
opzioni alternative alle detrazioni dirette
(sconto in fattura e cessione del credito), il cui invio รจ
terminato lo scorso 4 aprile.
Cessione del credito e comunicazioni errate: niente remissione
in bonis
La conferma arriva dal sottosegretario allโEconomia e Finanze,
Federico Freni, in risposta alle 2 interrogazioni
in Commissione V Finanze alla Camera (n. 5-02867 De Bertoldi e n.
5-02866 Congedo), nelle quali รจ stato precisato che, nellโambito
delle misure contenute allโinterno del D.L. n.
39/2024 (c.d. Decreto Taglio Cessioni)ย convertito con
modificazioni dalla legge 23 marzo 2024, n. 67, non รจ stata
inserita una disposizione della remissione in
bonis relativa alle comunicazioni dellโopzione per la
cessione del credito relativa agli incentivi fiscali legati
allโedilizia, il cui termine ultimo รจ scaduto lo scorso 4 aprile
2024.
La remissione in bonis, come specificato anche dal
CNDCEC in una nota al MEF,
avrebbeย consentitoย ai contribuenti di correggere
eventuali errori su dati e informazioni diversi dallโimporto
complessivo del credito ceduto o del contributo sotto forma di
sconto afferenti alle comunicazioni di cessione inviate allโAgenzia
delle Entrate, tenuto che la misura normativa non avrebbe implicato
alcun onere aggiuntivo per la finanza pubblica.
MEF: remissione in bonis impossibile anche per motivi
tecnici
Lapidaria la risposta del sottosegretario, che ha ricordato come
lโarticolo 2 del D.L. n.ย
39/2024ย stabiliscaย espressamente che lโistituto della
remissione in bonis non si applica a queste comunicazioniย e
non รจ possibile correggere o sostituire quelle giร inviate entro il
4 aprile 2024.
Non solo: un’eventuale modifica del quadro regolatorio per
permettere la sostituzione delle comunicazioni errate giร
registrate in Piattaforma sarebbe, secondoย il MEF,
difficile da realizzare da un punto di vista
tecnico, comportando unย adeguamento delle procedure
informatiche, anche perย prevenire abusi e consentirne
lโutilizzo solo nei casi ammissibili. Ciรฒ implica deiย tempi
tecnici di realizzazione oltre lโimpiego di notevoli risorse.
Per altro, conclude Freni, la prima rata dei crediti in esame ha
come scadenza il 31 dicembre 2024 e, quindi, i
cessionari avrebbero poco tempo, dopo la sostituzione della
comunicazione errata, per utilizzare detta rata in compensazione
tramite modello F24 nel termine consentito.
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