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Di fronte alla nuova alluvione in Emilia Romagna e alle catastrofi naturali sempre più frequenti e costose il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, ha ipotizzato l’introduzione di un’assicurazione obbligatoria per le case contro i danni dell’emergenza climatica. E’ partito così il dibattito sull’opportunità di rendere obbligatorie le polizze contro le calamità naturali. L’ultimo rapporto dell’Associazione Nazionale fra le imprese assicurative (ANIA) racconta che solo il 6% delle 35,3 milioni di abitazioni esistenti in Italia ha una copertura assicurativa contro questi eventi.  Per aiutarvi a capire il rischio che correte e l’opportunità di proteggervi abbiamo mappato il territorio individuando il livello di rischio sismico, di frane e idrogeologico di tutti i Comuni.

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Eventi climatici estremi in aumento

Il cambiamento climatico non è solamente un tema con cui animare qualche conferenza o riempire le pagine dei giornali bensì un problema che ha ricadute reali sulla vita delle persone. Una di queste sono sicuramente gli eventi climatici estremi come alluvioni, terremoti e bombe d’acqua. L’incidenza di tali fenomeni è notevolmente aumentata nel corso degli anni e la correlazione con il cambiamento climatico sembra ormai appurata.

Secondo il report “Human cost of disasters” (redatto dall’ufficio delle Nazioni Unite per la mitigazione del rischio disastri (UNDRR), tra il 2000 ed il 2019 si sono registrati nel mondo circa 7.348 eventi catastrofali che hanno causato 1,23 milioni di morti. Tale situazione rappresenta un deciso incremento rispetto ai vent’anni precedenti quando gli eventi climatici rilevanti furono circa 4.212.

La maggior parte delle differenze è riconducibile a eventi legati al cambiamento climatico che tra il 2000 ed il 2019 sono stati 6.681, +83% rispetto al periodo 1980-1999, ha detto l’UNDRR. Il numero delle inondazioni è più che raddoppiato e rappresenta circa il 44% di tutti gli eventi avversi, seguite da tempeste (28%) e terremoti (8%). Secondo il rapporto, si registra comunque un aumento anche di altri eventi come temperature estreme, incendi o smottamenti.

Italiani poco assicurati

L’Italia è uno dei paesi europei più esposti ai danni degli eventi catastrofali, anche come numero di persone coinvolte. Nel vecchio continente, i territori “ad alta” e “molto alta” vulnerabilità, dove vive circa il 22% di tutta la popolazione europea, si trovano nelle regioni baltiche e nell’Europa orientale e meridionale, in base a quanto emerge dallo studio Titan (Territorial Impacts of Natural Disasters) del programma europeo Espon specializzato in politiche regionali.

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L’Italia, con Grecia, Romania e Bulgaria, è il paese con la maggior parte della popolazione residente in territori molto vulnerabili, seguita da Spagna, Portogallo, Ungheria, Polonia e Francia, rileva lo studio. Inoltre, il Global Climate Risk Index 2021 pubblicato dall’organizzazione non governativa tedesca Germanwatch, colloca l’Italia al sesto posto nel mondo per numero di morti dovuti ad eventi climatici estremi tra il 2000 ed il 2019 (benché, considerando solo l’ultimo anno, la posizione sia decisamente migliore). Per aiutarvi a capire il rischio che correte e l’opportunità di proteggervi abbiamo mappato il territorio individuando il livello di rischio sismico, di frane e idrogeologico di tutti i Comuni.

Eppure, nonostante l’elevato rischio, il paese è agli ultimi posti in Europa per coperture assicurative di questo tipo.

Nel 2023 l’industria assicurativa nel mondo ha pagato quasi 100 miliardi di euro per sinistri legati a catastrofi naturali e in Italia si è registrato il massimo storico dei danni assicurati: oltre 6 miliardi, di cui 5,5 miliardi causati da eventi atmosferici e 800 milioni dalle alluvioni in Emilia Romagna e in Toscana. Come abbiamo visto l’ultimo rapporto dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicurative (ANIA) evidenzia che solo il 6% delle 35,3 milioni di abitazioni esistenti ha una copertura assicurativa contro questi eventi. 

Offerta assicurativa: difficile trovare quella giusta 

La bassa copertura di questo tipo di rischi si accompagna comunque ad una difficoltà nell’individuare l’offerta assicurativa adeguata, data la complessità degli eventi trattati. Inoltre, il gap di protezione assicurativa è in costante aumento in tutto il mondo (secondo il Resilience Index del colosso riassicurativo Swiss Re, nel 2021 il gap a livello globale ha raggiunto il massimo storico) è anche vero che in Italia esso è particolarmente elevato. L’Agenzia Ambientale Europea ha calcolato che nel periodo 1980-2020 gli eventi catastrofali hanno generato danni per circa 90 miliardi di euro di cui solo 5 sono stati coperti da assicurazione. Ed anche i risarcimenti da parte dello Stato sono solo una minima parte del totale dei danni subiti (in media circa il 10%, secondo alcune stime).

Polizze calamità naturali

Si discute sulla proposta del ministro Musumeci di un’assicurazione obbligatoria per le case contro i danni dell’emergenza climatica, ma già da qualche anno il governo  ha provato a intraprendere qualche iniziativa per incentivare il ricorso a polizze catastrofali. Ad esempio, a partire dal 2018 ha approvato una norma che ha eliminato l’imposta fiscale sui premi di questo tipo di polizze ed introdotto la loro detrazione al 19% ai fini IRPEF. Benché tali agevolazioni stiano producendo degli effetti positivi, il loro effetto è, secondo ANIA, ancora molto limitato e non più sufficiente. L’Associazione da tempo chiede di rendere le assicurazioni contro gli eventi catastrofali obbligatorie. Secondo ANIA, attraverso uno schema nazionale di copertura, il premio medio di queste polizze si attesterebbe su valori contenuti anche per le abitazioni situate nelle zone a più elevato rischio ambientale, favorendo, tra le altre cose, anche un alleggerimento del costo a carico dello Stato.

Il coinvolgimento della controparte pubblica rimane comunque fondamentale dato che gli eventi catastrofali non sono facilmente assicurabili e in futuro, con l’aggravarsi della crisi climatica, potrebbero esserlo ancora meno. Infatti, secondo l’agenzia di rating Fitch, la loro crescente gravità e frequenza potrebbe far lievitare i premi richiesti e causare una possibile contrazione dell’offerta per questo tipo di coperture, dato che i clienti saranno sempre meno disposti a (o non potranno più permettersi di) pagare una protezione del genere.

Dal punto di vista privato, invece, le compagnie dovrebbero puntare a semplificare la proposta contrattuale per favorire la vicinanza al consumatore. Gli italiani considerano le polizze assicurative poco chiare, ha rilevato recentemente un’indagine dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni Ivass. Secondo l’istituto, infatti, solo il 34% del campione considerato ha definito il set informativo dei prodotti assicurativi “abbastanza comprensibile” . La generale comprensibilità del linguaggio assicurativo è considerata dalla maggior parte degli intervistati (54%) come la principale caratteristica su cui si dovrebbe investire, seguita dalla maggiore chiarezza su aspetti specifici (53%) e sulla durata contrattuale (44%).

 

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